NEWS ANISH KAPOOR FIRMA IL MANIFESTO DI FESTIVAL DI SPOLETO 60

Anish Kapoor, fra i più grandi artisti della scena contemporanea, firma l’immagine simbolo del manifesto del Festival di Spoleto 60.
03/05/2017
ANISH KAPOOR
FIRMA IL MANIFESTO DI
FESTIVAL DI SPOLETO 60
La poetica artistica di Anish Kapoor implode e al contempo intensifica e approfondisce le relazioni binarie, le energie opposte, le antitesi che costituiscono il mondo visibile ed il pensiero astratto. Ciò si manifesta attraverso una visione che, mai narrativa o didascalica, coagula, contrasta od armonizza la tensione dinamica o la sottile interazione tra forze, corporeità o sembianze antitetiche. Luce ed ombra, negativo e positivo, maschile e femminile, materiale ed immateriale, pieno e vuoto, concavo e convesso, lucido ed opaco, liscio e ruvido, naturale ed artificiale, rigido e morbido, solido e liquido, attivo ed inerte ed in definitiva ordine e disordine, non sono che alcune delle polarità che concretizzano l’universo sensibile e che attivate o forgiate nella potenzialità sinottica e nella sensualità della forma nel suo lavoro, metaforizzano e metabolizzano per induzione il mistero della vita e il dramma della morte. Questo processo induttivo e creativo prende in considerazione ed elabora sino alla formulazione e formalizzazione  di un linguaggio originale ma sempre in trasformazione, manifestazioni che spaziano e penetrano i miti e la storia dell’arte, l’evoluzione in scultura del modernismo occidentale e la tradizione orientale, la potenzialità e l’evoluzione tecnologica nel trattamento della materia e delle nuove scoperte scientifiche, l’accostamento di materiali eterogenei e contrastanti, la realizzazione di forme e meta-ambienti che interagiscono fisicamente e sensorialmente con lo spettatore. Nella sua opera, la tradizione e la funzione della scultura, con tutto il suo bagaglio storico e retorico, si trasforma e si dona come un corpo vivo e interattivo, che innesca una dialettica con gli archetipi dell’umano, con quegli elementi e quelle matrici comuni ed universali che dalla percezione del proprio corpo e quello degli altri, al rapporto con le forze della natura, li trascrive in segni autonomi e speculari al contempo. E come il corpo umano, le sue opere sono costituite e foggiate da cavità, da orifizi, da fenditure, da ferite ed abrasioni, da piegature e rovesciamenti, da aperture. Da aperture verso l’interno della materia e simultaneamente verso l’ambiente esterno, come se la stessa realtà visiva e tangibile fosse concava e convessa al contempo. Nel disegno per il Festival di Spoleto, Kapoor trasferisce e coagula nella porosità della carta l’energia propulsiva del movimento della danza e della sua tradizione, antica quanto l’umanità.
Mario Codognato