ATTI OSCENI
I TRE PROCESSI DI OSCAR WILDE



di Moises Kaufman
traduzione Lucio De Capitani
regia, scene e costumi Ferdinando Bruni e Francesco Frongia
con Giovanni Franzoni, Riccardo Buffonini, Edoardo Chiabolotti, Giusto Cucchiarini, Ludovico D’agostino, Giuseppe Lanino, Ciro Masella, Filippo Quezel, Nicola Stravalaci
assistente regia Giovanna Guida
assistente costumi Saverio Assumma
produzione Teatro dell’Elfo



"La pièce di Moises Kaufman mi ha colpito per il suo essere qualcosa di assolutamente nuovo, pur riconoscendo il suo debito col teatro di Brecht e di Piscator. Quello che trovo elettrizzante in Atti osceni è la dialettica fra carnalità e intelletto/storia/politica. Basta guardare, per esempio, la scena terrificante, divertente e sensuale in cui gli ex compagni di bagordi di Wilde, le sue marchette, lo tradiscono per riuscire a salvarsi. Nel suo intreccio di avidità, intelligenza, brillante dialettica, hubris, conflitto di classe, tragedia e commedia il testo qui raggiunge una dimensione shakespeariana, il che non significa una posizione di retroguardia, dal momento che in questi tempi di drammaturgia cauta, modesta e circospetta nell’allontanarsi dai confini del quotidiano, gli scrittori più genuinamente radicali della nostra epoca sono impegnati a (ri)scoprire l’inesauribile vitalità di Shakespeare".  Così si esprime entusiasticamente uno dei più grandi autori teatrali dei nostri tempi, Tony Kushner, il cui lavoro potente – Angels in America - ha accompagnato il Teatro dell’Elfo in alcune fra le più belle stagioni della sua storia. E in effetti il testo di Moises Kaufman travalica i confini di una pur appassionante ricostruzione dei tre processi subiti da Oscar Wilde nel 1895 - processi che lo portarono alla durissima condanna a due anni di lavori forzati e alla morte civile e artistica - per trasformarsi in un rito teatrale in cui si parla di arte, di libertà, di teatro, di sesso, di passione. Il processo allo scrittore irlandese diventa il processo a qualunque artista proclami con forza l’assoluta anarchia della creazione. Dopo il Wilde doloroso de La ballata del carcere di Reading di Elio De Capitani, quello sensuale e "trasgressivo" della Salomè tutta maschile di Bruni/Frongia e quello ironico e satirico de Il Fantasma di Canterville di Ferdinando Bruni, Bruni e Frongia aggiungono un nuovo tassello alla ricognizione nell’opera di questo scrittore notissimo e, proprio per questo, ancora tutto da scoprire. Atti osceni  mette al centro della scena un’aula di tribunale in cui a tratti nel serrato dibattito si aprono squarci poetici e incursioni commoventi nell’opera del poeta, facendo emergere la figura stessa di Wilde, artista e soave, impietoso fustigatore di tutte le ipocrisie di una società come quella vittoriana, epitome di tutte le società ipocrite.  I nove interpreti provenienti da diverse esperienze teatrali compongono il cast di questa nuova produzione, che debutta al Festival di Spoleto in un allestimento scenico che si adatta allo spazio peculiare dell’Auditorium della Stella, per poi replicare in autunno all’Elfo Puccini di Milano: Giovanni Franzoni nel ruolo di Oscar Wilde, Giusto Cucchiarini, Giuseppe Lanino, Ciro Masella, Nicola Stravalaci e i giovani under 30 Riccardo Buffonini, Edoardo Chiabolotti, Ludovico D’agostino, Filippo Quezel. Il testo, con la sua struttura che chiede agli attori la capacità di farsi "narratori" e nel breve volgere di qualche battuta "personaggi", di passare da un rapporto diretto col pubblico alla ricostruzione di un altro luogo e di un’altra epoca, ci permette di  proseguire la nostra fruttuosa ricerca nel teatro neo-brechtiano di matrice anglosassone, il cui più recente e felice risultato è stato Frost/Nixon di Peter Morgan. Dice Moises Kaufman: "Nel lavoro di costruzione di Atti osceni – I Tre Processi di Oscar Wilde erano due le cose che mi interessavano: primo, volevo raccontare la storia – una possibile storia – di questi processi. E secondo, ero interessato a usare questa storia per continuare il mio lavoro di esplorazione sulla forma e il linguaggio teatrale. Più precisamente: come può il teatro raccontare la Storia? Man mano che procedevo nel lavoro, mi accorgevo che esistono varie versioni di quello che era successo durante quei processi, a seconda delle persone coinvolte: George Bernard Shaw, Lord Alfred Douglas, Frank Harris, Oscar Wilde, ognuno raccontava una sua personale, e a volte molto diversa, storia di quanto era accaduto.  Mi sembrava che ogni tentativo serio di ricostruire questa vicenda doveva dare conto, in un modo o nell’altro, di questi differenti punti di vista. Tutto questo mi metteva di fronte a un problema molto stimolante: come creare una pièce che contenesse tutta la molteplicità di queste storie e nello stesso tempo conservasse una linea drammaturgica coerente. Come regista, poi, mi sono reso conto che una ricostruzione di questo tipo poneva numerose altre questioni. Non appena gli attori cominciavano il lavoro di interpretazione di questi personaggi storici, inevitabilmente aggiungevano ai loro ritratti qualcosa che aveva a che fare con le loro storie personali, con la loro "versione"di chi erano questi personaggi e di cos’era al centro dei loro conflitti. Mi sono reso conto che la pièce doveva rendere visibile questa "presenza", la presenza degli attori che raccontano la storia. Il testo che alla fine ne è uscito rappresenta un tentativo di elaborare tutte questi temi".


MOISÉS KAUFMAN | Nel settembre del 2016 Moisés Kaufman viene insignito della National Medal of Arts dal Presidente Barack Obama, la più alta onorificenza conferita ad un artista, e candidato al Tony e all’Emmy Award come Migliore Regia e Migliore Sceneggiatura. Collabora a numerose commedie di successo rappresentate a Broadway, tra le quali: The Heiress con Jessica Chastain; 33 Variations (candidato a cinque Tony Award) con Jane Fonda di cui è anche autore; Bengal Tiger at the Baghdad Zoo del finalista Premio Pulitzer Rajiv Joseph, con Robin Williams e I Am My Own Wife opera vincitrice di un Pulitzer e di un Tony Award. I suoi lavori Atti Osceni: i tre Processi di Oscar Wilde e Il Laramie Project sono tra le commedie più rappresentate in America negli ultimi dieci anni. Scrive e dirige l’adattamento cinematografico del Laramie Project per l’emittente televisiva HBO, che ha concorso a due Emmy Award come Migliore Regia e Migliore Sceneggiatura. Attualmente, sta scrivendo e dirigendo insieme al compositore Arturo O’Farrill (vincitore di un Grammy Award) un nuovo adattamento della Carmen di Bizet. Kaufman è direttore artistico del Tectonic Theater Project e beneficiario di una borsa di studio Guggenheim per la scrittura drammaturgica.

FERDINANDO BRUNI | È protagonista della storia del Teatro dell’Elfo dalla sua fondazione, condirettore artistico del teatro, attore e regista delle produzioni più importanti. Capace di passare dai ruoli classici per eccellenza - Amleto, Shylock e Prospero - ai personaggi contemporanei più trasgressivi, negli ultimi vent’anni si è dedicato sempre più alla regia. Dai successi fassbinderiani firmati con Elio De Capitani, passando per Anton Cechov, Tennessee Williams e la drammaturgia contemporanea di Yukio Mishima, Mark Ravenhill e Alan Bennett fino ai più recenti esperimenti di Rosso e del cartoon teatrale Alice Underground nei quali ha messo in gioco la sua abilità e sensibilità di pittore, creando con Francesco Frongia un originale cortocircuito tra teatro e immagini.
 
FRANCESCO FRONGIA | Ha iniziato la carriera come video-maker per poi dedicarsi sempre più alla regia teatrale di prosa e musica, riuscendo a integrare questi linguaggi sul palcoscenico in modo personale. SdisOrè di Testori del 2003, monologo nel quale ha diretto Ferdinando Bruni, è il suo primo successo; poi sono seguiti La Tempesta di Shakespeare per attore, fantocci, figure animate e musica, L’ignorante e il folle di Thomas Bernhard a quattro mani con Bruni, Nel buio dell’America e L’eclisse di Joyce Carol Oates, Cassandra di Christa Wolf. Oltre ai citati Rosso e Alice, Mr Pùntila e il suo servo Matti, applaudito a Milano e Roma, in tourneé dal 2015. Con i suoi video ha trasfigurato le scenografie di Angels in America e di Afghanistan: il Grande Gioco evocando mondi immaginari e lontani.
 
GIOVANNI FRANZONI | Si diploma alla scuola del Teatro Stabile di Genova e dal 1990 ad oggi è stato diretto tra gli altri da Marco Sciaccaluga, Vittorio Gassman, Carlo Lizzani, Elio De Capitani e Ferdinando Bruni, Andrèe Ruth Shammah, Pier Luigi Pizzi, Graham Eatough, Giorgio Gallione, Gigi Dall’Aglio, Angelo Savelli, Stephan Braunschweig, Toni Servillo, Giorgio Barberio Corsetti, Fabio Sonzogni, Alberto Giusta, Federico Tiezzi, gli Animanera e Peter Greenaway nella bella esperienza di Peopling the Palaces alla Venaria Reale di Torino. Dopo vari spettacoli diretto da Antonio Latella è parte del suo progetto Fondamentalismo al Nuovo Teatro Nuovo e continua la sua collaborazione con Emilia Romagna Teatro e alcuni registi internazionali come Pascal Rambert, Levan Tsuladze e Lukas Hemleb. Lavora per il cinema e la televisione con Klaudia Reynecke, Gabriele Salvatores, Dario Argento, Marina de Van, Alessandro D’Alatri, Francesca Archibugi, Eros Puglielli e Francesca Comencini.
 
RICCARDO BUFFONINI | Frequenta il Conservatorio e si diploma all’Università in Lingue e Letterature Straniere. Lavora con Fabio Acca e Giuliano Scabia nel Dipartimento di Teatro dell’Università di Bologna e con Moni Ovadia e Roberto Andò per il Teatro Arena del Sole. Nel 2011 si diploma con borsa di studio al merito all’Accademia dei Filodrammatici di Milano continuando il suo percorso formativo con Carmelo Rifici, Nikolaj Karpov, César Brie e Peter Clough. Lavora per il teatro con i registi Bruno Fornasari e Tommaso Amadio, Arturo Cirillo e la compagnia Eco di Fondo, Corrado Accordino, Lorenzo Loris, Massimiliano Cividati, Benedetto Sicca e Pasquale Marrazzo. Lavora, inoltre, per la radio e la televisione e come aiuto regia per cinema e teatro.
 
EDOARDO CHIABOLOTTI | Dopo aver conseguito la maturità classica approfondisce lo studio della recitazione con vari maestri. Studia voce con Bruno de Franceschi ed Elena Arcuri. Gli incontri che lo influenzano di più sono quelli con Claudio Morganti, Oscar De Summa e Danilo Nigrelli. Con Nigrelli lavora allo Stabile dell’Umbria dove sarà diretto anche da Antonio Latella. Dopo una parentesi cinematografica con i fratelli Taviani approda al Teatro Stabile di Bolzano.
 
GIUSTO CUCCHIARINI | Si diploma alla Civica Scuola Paolo Grassi di Milano, viene selezionato al Corso di Alta Formazione di ERT-Emilia Romagna Teatro ed entra stabilmente nelle produzioni della fondazione (Ifigenia in Aulide, La Serra, Memorie di un pazzo, La Tartaruga, Allarmi!). Contemporaneamente collabora con la compagnia Mamimò (Il Mercante di Venezia, Himmelweg, Coriolano) e con la Scuola Paolo Grassi (La Storia dello Zoo, Auf Sand, Bussole Rotte). È stato diretto da numerosi registi tra i quali Marco Plini, Massimo Navone, Giampiero Solari, Livia Ferracchiati, Levan Tsuladze e Chris Kraus.
 
LUDOVICO D’AGOSTINO | Qui al suo debutto assoluto, si diploma nel 2016 alla Scuola Civica di Teatro Paolo Grassi di Milano con Lo zoo di vetro di Tennessee Williams nel ruolo di Tom, con la direzione di Arturo Cirillo.
 
GIUSEPPE LANINO | Durante il corso di laurea entra all’Accademia dei Filodrammatici di Milano dove si diploma nel 2001. Nel 2002 incontra Antonio Latella con il quale comincia una lunghissima collaborazione, lo vediamo in Querelle de Brest di Genet, Porcile e Bestia da Stile di Pier Paolo Pasolini, Studio su Medea (Premio Ubu come Miglior spettacolo 2007), Mamma Mafia a Colonia e Lear con Giorgio Albertazzi. Con la Compagnia Marionettistica Carlo Colla e Figli è in tournée in Svizzera, Russia, Polonia e Germania. Incontra registi come Danio Manfredini, Renzo Martinelli, Claudio Collovà, Claudio Tolcachir. Nel 2015 debutta a Torino con un monologo scritto da lui contro gli allevamenti intensivi dal titolo La carne è debole. Recita anche per la televisione.
 
CIRO MASELLA | È attore e regista, ha lavorato con Luca Ronconi, Massimo Castri, Gigi Dall’Aglio, Federico Tiezzi, Roberto Latini, in spettacoli per il Teatro di Roma, il Piccolo di Milano, l’Emilia Romagna Teatro, il Teatro Stabile Metastasio di Prato, il Teatro Stabile dell’Umbria, il CSS di Udine, il Teatro Due di Parma, la Compagnia Lombardi-Tiezzi, Archivio Zeta, Carrozzeria Orfeo, Elsinor. Ha diretto spettacoli scritti per lui da Emanuele Aldrovandi, Stefano Massini, Francesco Niccolini e altri drammaturghi italiani. Nel 2007 fonda la Compagnia Uthopia, con la quale inizia un lavoro di studio e messa in scena di autori per lo più contemporanei. Ha recitato anche per il cinema e la televisione.
 
FILIPPO QUEZEL | Si è diplomato al Teatro Stabile del Veneto. In teatro ha lavorato con Andrea De Rosa, Francesco Niccolini e Babilonia Teatri. Al cinema con Mirko Locatelli e Constantine Gregory. Scrive e produce video comici per il web e la televisione.
 
NICOLA STRAVALACI | Si diploma all’Accademia dei Filodrammatici di Milano e poi lavora con diversi registi, tra i quali, Antonio Latella, Carmelo Rifici, Guido De Monticelli, Monica Conti, Massimo Navone, Lamberto Puggelli, Damiano Michieletto e partecipa a molte produzioni del Teatro dell’Elfo dirette da Ferdinando Bruni, Elio De Capitani e Francesco Frongia (Il giardino dei ciliegi, Romeo e Giulietta, Racconto d’inverno, Frost/Nixon e Mr Pùntila e il suo servo Matti). Nel 2016 ha diretto e interpretato con Debora Zuin Ore d’amore, scritto per loro da Rosario Lisma. Al cinema con Francesca Comencini, Massimo Venier, Marina Spada, Max Croci e altri, in televisione in Buona la prima con Ale & Franz, Camera cafè, Radio Sex, Distretto di polizia e La strana coppia, è nel cast della serie Disney Alex & Co., ed è attivo anche in radio.


Auditorium della Stella
14 LUGLIO 20:30
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15 LUGLIO 17:00
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16 LUGLIO 11:00
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BIGLIETTI
posto unico €35,00

Si informa il gentile pubblico che a rappresentazione iniziata non è consentito l’accesso in sala.
 
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