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EDIZIONE 2014TEATROISABELLE HUPPERT LIT SADE

ISABELLE HUPPERT LIT SADE

Juliette et Justine, le vice et la vertu


con Isabelle Huppert

testi scelti da Raphaël Enthoven

produzione Les Visiteurs du Soir
coproduzione Palais des Beaux-Arts de Bruxelles

spettacolo in lingua francese con sottotitoli in italiano a cura di Prescott Studio, Firenze

unica data italiana


L’opera di Sade viene presentata spesso come una "anti-utopia", una distopia dove l’omicidio, la violenza sessuale, l’antropofagia sono elogiate purché consentano ai potenti di gioire senza impedimento.
Isabelle Huppert presta la voce a due figure emblematiche dell’opera di Sade: Justine e Juliette, due sorelle dai destini opposti, l’una perduta a causa della virtù, l’altra trionfatrice per via del vizio.
Attraverso di loro, Raphaël Enthoven si interroga sul disagio che pesa sulla produzione letteraria e sul messaggio dello scandaloso scrittore: "Non mi spiego il motivo per cui il Marchese Sade continui - legittimamente - a scioccarci. (…) Il suo elogio del vizio e gli eccessi orgiastici da lui descritti, non bastano per comprendere il continuo disgusto che ispira. Il male viene da più lontano. Sade è l’ombra dei Lumi, il lato oscuro del sole. La sua immoralità è prima di tutto amorale. Quando il miscredente si scaglia contro la "chimera degli dei" bisogna intendere il suo rifiuto di credere che il mondo esista per il nostro piacere. Forse è per questo che è indigesto: per la costanza con cui costruisce costantemente una filosofia - e persino un’etica – sulla base di un mondo glaciale e disumano".

Isabelle Huppert legge meravigliosamente alcuni estratti del "Divino marchese", in una sala gremita di spettatori.
Il testo vanta un francese maestoso, che mette in risalto la grande prosa francese di Sade.
Isabelle Huppert interpreta di volta in volta, con malizia o serietà, le due sorelle. È perfetta. Grazie a lei, lo stile classico ed antico di Sade appare leggiadro, moderno e privo di monotonia. Huppert è una grandissima attrice, aperta a tutte le esperienze creative. E qui ne dà, ancora una volta, conferma.
LIBRE, Belgio


ISABELLE HUPPERT
Studia lingue orientali frequentando contemporaneamente i corsi d’arte drammatica dell’Ecole de la rue Blanche e del Conservatorio Nazionale d’Arte Drammatica dove è allieva di Jean-Laurent Cochet e di Antoine Vitez.
Si fa notare nelle sue prime apparizioni cinematografiche in Les Valseuses (I santissimi) di Bertrand Blier, Aloise di Liliane de Kermadec e Le Juge et l’assassin (Il giudice e l’assassino) di Bertrand Tavernier. Per la sua interpretazione ne La Dentellière (La merlettaia) di Claude Goretta, riceve il premio di migliore esordiente da parte della British Academy of Film and Television. La complicità che la lega a Claude Chabrol le consente di cimentarsi in tutti i generi: la commedia (Rien ne va plus), il dramma (Un affare di donne), il noir (Grazie per la cioccolata) e l’adattamento letterario (Madame Bovary), fino alla fiction politica de La commedia del potere. I ruoli in cui è diretta da Chabrol ricevono numerosi riconoscimenti: il Festival di Cannes le consegna il premio per l’interpretazione per Violette Nozière, mentre il Festival di Venezia la premia per Un affare di donne, ed il Festival di Mosca per Madame Bovary; per La Cérémonie ottiene il premio di migliore attrice sia al festival di Venezia che ai César.
L’attrice, che ha lavorato anche con Jean-Luc Godard, André Téchiné, Maurice Pialat, Patrice Chéreau, Michaël Haneke, Raoul Ruiz, Benoit Jacquot, Claire Denis, Christian Vincent, Laurence Ferreira Barbosa, Olivier Assayas, François Ozon, Anne Fontaine, Eva Ionesco, Joachim Lafosse e Serge Bozon, è apprezzata inoltre dai grandi registi internazionali fra cui Otto Preminger, Joseph Losey, Michael Cimino, i fratelli Taviani, Marco Ferreri, David O’ Russell, Werner Schroeter e Andrej Wajda, e recentemente da Rithy Panh, Brillante Mandoza e Hong Sang Soo.
La giuria del Festival di Venezia le ha consegnato un Leone d’Oro speciale per la sua intepretazione in Gabrielle di Patrice Chéreau, nonché per la sua luminosa carriera.
Al prestigioso Festival di Cannes, che l’ha premiata due volte (anche per La Pianista di Michael Haneke), ha partecipato in veste di giurato e di maestro di cerimonia, presiedendo la giuria della 62a edizione.
Al cinema, Isabelle Huppert affianca il lavoro in teatro sia in Francia che all’estero: ha recitato con Bob Wilson (Quartett di Heiner Muller, Orlando di Virginia Woolf), Peter Zadek (Mesure pour Mesure di William Shakespeare), Claude Régy (4.48 Psychose di Sarah Kane, Jeanne au bucher di Claudel); ha incarnato Medea di Euripide nella messa in scena di Jacques Lassalle al Festival di Avignone; Hedda Gabler di Henrik Ibsen, diretta da Eric Lacascade. Ha inoltre recitato in Un Tramway di Tennessee Williams, per la regia di Krzysztof Warlikowski al Théâtre de l’Odéon, portando lo spettacolo in tournée anche all’estero, e ultimamente in The Maids di Jean Genet, per la regia di Benedict Andrews, con la Sydney Theatre Company.
Abus de Faiblesse di Catherine Breillat, Folies Bergère di Marc Fitoussi e The disappearance of Eleanor Rigby di Ned Benson sono i suoi ultimi film.

RAPHAËL ENTHOVEN
Dopo aver lavorato presso il Magazine LIRE dal 2002 al 2005, Enthoven ha collaborato al Philosophie Magazine con una rubrica presente fin dal primo numero, i cui testi sono stati raccolti ed editi da Gallimard in tre pubblicazioni (L’endroit du décor, Le Philosophe de service et autres textes e Matière Première). Nel 2007 Fayard pubblica il suo primo libro, a metà fra saggio e romanzo, dal titolo Un jeu d’enfant – la philosophie. Enthoven partecipa, insieme a Michel Onfray, al lancio dell’Università Popolare di Caen, quindi contribuisce alla creazione della Société Normande de Philosophie; dal 2004 inizia a organizzare e a condurre, inizialmente presso la Bibliothèque François Mitterrand poi al Théâtre de l’Odéon, una serie di incontri annuali con filosofi, scrittori e storici d’arte, ispirati all’ossimoro caro ad Antoine Vitez: "elitarismo per tutti". Dal 2003 al 2006 realizza una biblioteca orale su France-Culture, all’interno della trasmissione Commentaires (disponibile in CD) il cui scopo è far comprendere al grande pubblico i classici del pensiero. Dal 2007 al 2011, mentre è impegnato nella pubblicazione Philosophie su ARTE (dal 2008), produce e conduce Les Nouveaux chemins de la connaissance che propone agli ascoltatori di France-Culture un’ora quotidiana di filosofia, storia dell’arte e letteratura. Nel 2012, dopo il programma di France-Culture "Il mondo secondo Raphaël Enthoven", lancia una nuova trasmissione dal titolo Le Gai Savoir, in onda la domenica. Ma sia alla radio, che in televisione, che nei giornali o dentro un’aula piena di studenti, Raphaël Enthoven insegna filosofia. "La filosofia fa venire voglia di insegnare", dichiara, "così come l’amore fa venire voglia di cantare". Partendo dal principio che se la filosofia non fa progressi, si possono comunque fare dei progressi in filosofia, tenta di dimostrare l’eco delle esperienze della vita quotidiana nei testi classici. Avido lettore di Spinoza, continua a percorrere la strada che, nell’Etica, dall’assenza di speranza conduce all’allegria.
TEATRO
Teatro Romano
28 GIUGNO 21:00
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BIGLIETTI
biglietti:
posto unico € 48,00
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