di Marco Garzonio
con Lucilla Giagnoni
drammaturgia e regia
Felice Cappasound design
Paolo Pizzimentivideo design
Matteo Massocco e
Valeria Palermoimpianto scenico Valentina Tescari
assistente alla drammaturgia
Maddalena Massafraassistente alla regia Amanda Spernicelli
un progetto commissionato da
Fondazione Corriere della Sera
Spoleto56 Festival dei 2Mondi
prodotto da CRT Milano/Centro Ricerche Teatrali
Martini si racconta: questo è il vertice d’osservazione da cui
considerare il testo di Marco Garzonio. Il titolo dice gli intenti
dell’autore. E cioè, narrare drammaturgicamente: come il Cardinale ha
fatto il vescovo per gli oltre 22 anni in cui è stato a Milano e perché,
ritiratosi a Gerusalemme, ha assunto sempre più il ruolo di profeta dei
nostri giorni travagliati; come la Chiesa ambrosiana si è rapportata
con la società civile e con la politica e le differenze tra Martini e i
vertici dell’episcopato italiano; come Martini ha risposto alle continue
domande poste dal contesto culturale e sociale a proposito sia delle
questioni generali più scottanti della convivenza (ingiustizie,
corruzione, violenza, guerre), sia dei problemi che toccano da vicino la
vita delle persone ad incominciare dalla famiglia e dalle difficoltà
che essa oggi deve affrontare.
Nella pièce, testo originale
scritto appositamente dall’autore per il Festival di Spoleto, si
intrecciano due filoni: quello oggettivo, diciamo così, che è un po’ la
"storia di Milano", dell’Italia e dell’Europa degli ultimi trent’anni, e
quello soggettivo. Il testo punta, infatti, a far emergere il vissuto
di un uomo che, prelevato dagli studi biblici e privo di esperienza
pastorale, prende coscienza progressivamente di quel che sente cambiare
in lui di fronte al compito affidatogli e che avverte, insieme, come si
stia trasformando la realtà a mano a mano che vi si cala. Milano cambia a
causa dei rapidi mutamenti socioculturali ed economici, ma anche lui,
il cardinale, è cambiato nell’intimo sin dalle prime esperienze e
contribuisce a cambiare sensibilmente Milano: quella cattolica e quella
laica.
Filo rosso dell’opera è il rapporto di Martini con il
Corriere della Sera, testata per la quale l’autore Marco Garzonio ("il
maggior esperto martiniano" lo ha definito il cardinal Gianfranco
Ravasi) ha seguito Carlo Maria Martini sin dal suo arrivo a Milano.
Molto del materiale dell’opera, infatti, è tratto anche dagli articoli
che il Cardinale scrisse per il giornale, dalle interviste che concesse,
dalla posta con i lettori che ha tenuto negli ultimi tre anni della sua
vita, dal 2009 al 2012. La portata degli eventi locali, nazionali,
mondiali e la coscienza critica di Martini hanno reso e rendono Milano
un vertice d’osservazione emblematico, per la posizione della città
(Mediolanum: che sta in mezzo, tra Nord Sud, tra Est e Ovest) e per il
ruolo di anticipatrice di fenomeni che per tradizione la città ha.
Terrorismo, deindustrializzazione, immigrazione, localismo, crollo dei
muri, Tangentopoli sono capitoli di una complessa vicenda collettiva che
nella "grande città" (Milano paragonata dal cardinale alla Ninive
biblica, la città da salvare da corruzione e degrado) ha uno dei suoi
principali epicentri. L’incalzare degli accadimenti e le risonanze
nell’animo del pastore, oltreché nella sua intelligenza, costituiscono
la materia prima nel procedere del testo. L’autocoscienza di Martini,
che cerca di capire il senso del presente e dei germi di futuro in esso
contenuti, per sé, per i fedeli, per la comunità civile, diviene
paradigma d’una ricerca faticosa dei fondamenti dello stare assieme
oltreché delle ragioni del credere. Il "che cosa mi dice tutto questo", o
"quali risonanze ha in me quel fatto specifico", "perché succede
proprio a me", "quale messaggio Dio vuole mandarmi" sono espressioni
tipiche del lessico martiniano. Il fatto che il cardinale si sia
interrogato più che dare risposte ha fatto sì che la gente lo sentisse
vicino, "uno di noi".
Martini che, sulla scorta
dell’esperienza di Ambrogio, acquisì coscienza del ruolo di defensor
civitatis e defensor pauperum, rimane punto di riferimento morale per la
città, per il Paese, per il mondo occidentale. Ma non solo per esso.
Visti i rapporti internazionali intensificati sul piano ecumenico grazie
anche a quelli scientifici degli anni dell’università, il cardinale
divenne una figura cui han guardato Paesi, religioni, istituzioni sparsi
ai quattro angoli della terra. Un autentico interlocutore nel dialogo
delle culture. Una figura che ha ancora molto da dire.
MARCO GARZONIONato nel 1939, Marco Garzonio vive a Milano. È attualmente editorialista del Corriere della Sera
ed esercita privatamente l’attività di Psicologo Analista e
Psicoterapeuta. Presso il quotidiano di via Solferino ha lavorato per
oltre 17 anni, durante i quali gli è stato affidato l’incarico di
seguire il Cardinal Martini sin dai primi tempi del suo episcopato,
impegno che gli ha consentito di accompagnarlo anche all’estero per
grandi eventi a: Basilea, Santiago di Compostela, Gerusalemme, Damasco,
Graz. L’essersi dovuto occupare per il giornale anche di fatti
politici, sociali e culturali gli ha offerto l’opportunità di
considerare la portata dell’opera del Cardinale in riferimento agli
accadimenti della vita civile su scala nazionale, alle vicende generali
della Chiesa, ai rapporti con altre religioni e culture. Al Corriere
era giunto come sbocco d’un percorso giornalistico ricco di numerose,
qualificanti esperienze professionali: Capo Ufficio Stampa
dell’Università Cattolica con Giuseppe Lazzati, allora Rettore, e poi
della Giunta Regionale lombarda con il Presidente Piero Bassetti;
quindi Capo Servizio al settimanale Tempo Illustrato, diretto da Guglielmo Zucconi, e redattore a Il Giorno, sotto la guida di Gaetano Afeltra.
È
presidente nazionale del CIPA, Centro Italiano di Psicologia
Analitica, presso la scuola del quale svolge funzioni di Docenza e di
Training. Per oltre trent’anni ha insegnato all’Università Cattolica.
Nel 2002 è stato chiamato allo IULM. Dall’insegnamento universitario si
è ritirato nel 2010. Da tempo è impegnato nell’Ambrosianeum. Di tale
Fondazione culturale, luogo di dialogo e ricerca condivisa del bene
comune tra società e Chiesa, è stato di recente confermato Presidente,
in continuità con un impegno che iniziò vent’anni fa, con Martini
arcivescovo.
Ha pubblicato numerosi volumi, tradotti anche
all’estero, e scritto saggi usciti in opere collettanee. In particolare
ha dedicato quattro libri all’opera e al pensiero di Martini. L’ultimo
di questi, Il profeta. Vita di Carlo Maria Martini, è stato
pubblicato da Mondadori nel novembre 2012. I tre precedenti volumi sul
cardinale sono una lettura delle principali tappe del suo ministero
episcopale, dai propositi degli inizi alla sintesi di quando lasciò la
Diocesi. I titoli: Cardinale a Milano in un mondo che cambia, Rizzoli, 1985; Carlo Maria Martini, San Paolo, 1993; Il Cardinale. Il valore per la Chiesa e per il mondo dell’episcopato di Carlo Maria Martini, Mondadori, 2002.
Tra gli altri suoi titoli si ricordano: Gesù e le donne. Gli incontri che hanno cambiato il Cristo, Rizzoli, 1990; Lazzaro, l’amicizia nella Bibbia, Paoline, 1994; Schuster, Piemme, 1996; Ambrogio. La vita del maestro narrata da Agostino, Piemme, 1997; Il caso Padre Pio, Sonzogno, 1998; Un sogno lungo cent’anni. Freud, Jung e gli altri a un secolo dopo L’interpretazione dei sogni, (testo per una rappresentazione drammaturgica), la Biblioteca di Vivarium, 1999; E venne un uomo di nome Giovanni, Rizzoli, 2000; Le donne, Gesù, il cambiamento. Il contributo della psicoanalisi alla lettura dei Vangeli, la Biblioteca di Vivarium, 2005; La vita come amicizia, San Paolo, 2007; Il Codice di Tarso, Paoline, 2009.
FELICE CAPPA
Giornalista,
autore e regista, dal 1993 è consulente della Rai. Ha scritto e
diretto programmi radio e tv, film, documentari, spettacoli ed eventi
teatrali. Ha collaborato con il Teatro alla Scala, il Piccolo Teatro,
la Comédie Francaise, il Teatro Franco Parenti e l’Expo’ di Saragozza.
Da vent’anni è consulente della Rai dove ha curato progetti con Giorgio
Albertazzi, Luca Ronconi, Peter Greenaway, Leo De Berardinis, Marco
Baliani, Paolo Rossi, Mimmo Cuticchio, Marco Paolini, Alessandro
Baricco, Corrado Augias, Paolo Rossi e Giorgio Barberio Corsetti.
Collabora stabilmente con Dario Fo e Franca Rame per i quali ha firmato
regie teatrali e allestimenti di mostre in Italia e in Europa. Tra i
suoi lavori: Il ventre di Palermo. Sulle tracce di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino con Franco Scaldati; Fabbrica con Ascanio Celestini; Il sangue e la neve con Ottavia Piccolo (Biennale di Venezia - 66° Mostra Internazionale del Cinema); Canto del popolo ebraico massacrato
con Moni Ovadia e la Stage Orchestra (Premio speciale della Giuria al
61° Prix Italia; Fipa Tel - Biarritz; Premio speciale della Giuria al
XII FamaFest - Portogallo); Un sasso nello stagno. Storia e storie di Gianni Rodari,
con Giovanni Antonio Cappa, (Festival Internazionale del Cinema di
Roma, Festival Internazionale del Cinema Giovane di Bellinzona). Con
Marco Baliani ha scritto Francesco a testa in giù (Garzanti, 2000) e ne ha realizzato l’adattamento televisivo dopo Kolhaas e Corpo di stato. Nel 2011 presenta sempre con lui al Festival dei Due Mondi, Terra promessa. Briganti e migranti. Ha realizzato inoltre video d’arte e film in 3D. L’ultima regia per la televisione è Il nipote di Rameau con l’interpretazione di Silvio Orlando che sarà presentato in concorso al 65° Prix Italia 2013.
PAOLO BONACELLI
Nato
a Roma, si diploma all’Accademia Nazionale d’arte drammatica "S.
D’Amico" e inizia la carriera professionale nel "Teatro Popolare
Italiano" diretto da Vittorio Gassman con Questa sera si recita a soggetto
di Pirandello, per poi dare vita con A. Moravia, D. Maraini ed E.
Siciliano alla "Compagnia del Porcospino", una delle protagoniste della
stagione delle avanguardie romane. In seguito fonda la Compagnia del
"Porcospino 2". Bonacelli ha legato il suo successo ad altri importanti
registi quali Mario Missiroli, Franco Enriquez, Giorgio Pressburger,
Vittorio Caprioli, Patrice Chéreau, Marco Bernardi, Cherif, Guido De
Monticelli, Furio Bordon, Beppe Navello. È stato direttore artistico
del Teatro di Sardegna dal 1991 al 2006, proponendo numerosi spettacoli
di cui è stato protagonista. Ha lavorato in diverse produzioni con il
Teatro Stabile di Bolzano. Oltre 80 sono le sue interpretazioni
cinematografiche. Tra i numerosi riconoscimenti ha ricevuto nel 1976 la
Targa Mario Gromo per Salò o le 120 giornate di Sodoma, nel 1984/85 la Maschera d’argento, nel 1992 il Nastro d’argento, il Ciak d’oro e il Biglietto d’oro per Johnny Stecchino. Nel 1997 il Biglietto d’oro per La mandragola con
la regia di M. Missiroli. Nel 2011 gli è stato assegnato il "Premio
Renato Simoni" alla carriera. Nel 2006 gli è stata conferita dalla
Presidenza della Repubblica l’Onoreficenza di "Commendatore della
Repubblica".
LUCILLA GIAGNONI
Nata
a Firenze, si forma alla Bottega teatrale di Gassman con Vittorio
Gassman e Jeanne Moreau. Dopo aver lavorato con Paola Borboni, Raul
Grassilli, Luigi Squarzina, dal 1986 al 2002 è autrice e protagonista
degli spettacoli del Laboratorio Teatro Settimo, uno dei gruppi storici
italiani del teatro di Narrazione e d’Autore con la regia di Gabriele
Vacis. Fra le molte produzioni: Esercizi sulla tavola di
Mendeleev (Premio Francesca Alinovi-Opera Prima e presentato ai
festival internazionali di Salisburgo, Madrid, Amburgo, Barcellona,
Melbourne), Riso amaro (Premio Wave, Copenhagen), Nel Tempo tra le guerre, Istinto Occidentale, Stabat Mater (Premio Fringe Festival di Edimburgo), La Storia di Romeo e Giulietta (Premio Ubu per la drammaturgia), Modelli, Villeggiatura. Smanie, avventure e ritorno
(Biglietto d’oro A.G.I.S. per la ricerca. Premio I.D.I. per la
drammaturgia. Nomination premio Ubu per la regia). Collabora fra gli
altri con Alessandro Baricco, con Katie Mitchell della Royal
Shalespeare Company di Londra al Piccolo Teatro di Milano, con Michele
di Mauro, Alessandro Benvenuti. È autrice di trasmissioni radiofoniche
e televisive e collabora con grandissimi musicisti. È autrice di
diverse pubblicazioni, insegna narrazione alla scuola Holden di Torino e
svolge un’intensa attività nel campo della formazione per il teatro e
per la comunicazione. Ha partecipato ai film Nostos di Franco Piavoli, San Salvario di Enrico Verra, Il dolce rumore della vita di Giuseppe Bertolucci, A/R andata e ritorno di Marco Ponti.
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