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Teatro Nuovo Gian Carlo Menotti
venerdì 10 luglio - 16:00

 
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IL VALORE DI UNA VITA - RACCONTO DANZATO DI ALBERTO TESTA

Il Valore di una vita
Racconto danzato a cura di Alberto Testa
da un idea di Alberto Testa
 
testi Alberto Testa
sceneggiatura Paolo Cardinali, Massimiliano Siccardi e Alberto Testa
regia Paolo Cardinali e Massimiliano Siccardi
 
multivisione Massimiliano Siccardi
coordinamenti coreografici Irina Kashkova
adattamenti coreografici Irina Kashkova, Laura Martorana, Paolo Mongelli, Alberto Testa
coordinatore di palcoscenico Piero Martelletta
produzione Associazione Culturale EventArt e Zonafrancaspettacolo
 
colonna sonora M° Marco Melia
esecutore musica (Chopin notturno n. 50) pianista e autore Luca Longobardi
direttore organizzativo Paolo Boncompagni
segreteria Nicoletta Balduzzi
 
coreografie (in ordine alfabetico) G. Balanchine, R. Bianco, I. Kashkova, J. Cauwnberger, M. Fokine, L. Martorana, L. Massine, M. Petipa/L. Ivanov, M. Petipa, N. Schmoucki, Alberto Testa
 
CORPO DI BALLO
Lo spettacolo sarà portato in scena dallo Spoleto Ballet, compagnia di nuova formazione creata dall′Associazione Culturale Eventart. Questa è un ulteriore opportunità che l′Associazione, il Comune di Spoleto e la Fondazione Carispo offrono ai ragazzi che partecipano al Concorso Internazionale di Danza Città di Spoleto.
 
Interpreti (in ordine alfabetico)
Timofejis Andrjiasenko
Ornella Balestra
Aran Bell
Raphael Bianco
Federica Boncompagni
Francesca Dügarte ( Teatro del Maggio musicale Fiorentino)
Gabriele Fornaciari
Vittorio Galloro (Compagnia Liliana Cosi)
Manuele Giovannelli
Ariane Lafite Gonzales (Compagnia Liliana Cosi)
Paula Lieldidza-Kolbina
Erik Locatelli
Ilenia Montagnoli (Arena di Verona)
Nicolò Noto
Ilaria Olivieri
Francesca Ossola
Tommaso Rende (Arena di Verona)
Alessandro Riga (Teatro del Maggio Musicale Fiorentino)
Michele Satriano (Teatro del Maggio musicale Fiorentino)
Elena Spiller
La Compagnia EGRIBIANCODANZA
 
 
 
 
Una mamma accompagna un ragazzino (all′incirca 7 anni) ad uno spettacolo di balletto.
Su di uno schermo fatto di tulle appaiono le immagini di una ballerina.
E′ Anna Pavlova nella celebre "morte del cigno" molti e molti anni fa. Alle foto si sostituiscono in dissolvenza la figura di una ballerina che esegue il celebre pezzo, un′evocazione.
Il ragazzo non è un bambino prodigio ma ha la sufficiente sensibilità per intenerirsi e restare colpito dalla visione. Si chiede, o meglio chiede alla madre chi sia, che cosa rappresenti quella apparizione irreale e ci fa capire che non può credere che essa sia una donna. La mamma risponde: "Non è un fantasma. E′ una donna, un′artista che ha il potere di trasformarsi".
Biglietti:
 
platea I e II sett. €35 e €30
palchi di platea e I ord. centrali e laterali €25-€20
palchi II e III ord. centrali e laterali €20-€15
loggione €10
 
Durata Spettacolo 1h30
 
 
Il ragazzo avverte la tristezza della morte del simbolo massimo della bellezza.
È infatti il "canto del cigno" per un essere che stringe un patto con la Madre e decide di dedicare la sua vita alla danza e di abbracciare la carriera.
Sarà danzatore!
 
Con lo studio, con le prove cui il neo ballerino si sottoporrà, egli intraprende il duro cammino.
Da questo momento sfileranno gli spettacoli di una vita dai classici-romantici alle conquiste più nuove ed avventurose.
La Mamma, da buona Fata, lo accompagnerà in questo iter duro e faticoso senza mai abbandonarlo.
Il ragazzo si accorge che tutto sta, come ebbe a dire un grande musicista, di riattare vecchie navi, di elaborare ciò che è già stato fatto. Il balletto classico ha anche il potere di creare miti antichi: la donna angelicata, eterea, inaccessibile al di sopra dell′umano; il demone, l′eroe, l′avventuriero che va alla sua conquista. Sul palcoscenico passa, trascorre e vola una gran parte dello scibile coreutico e coreografico.
 
Solo molto più tardi il nostro piccolo eroe, diventato adulto, passato attraverso i grovigli e le esaltazioni della danza, l′euforia e le delusioni, la speranza e le illusioni si rende conto di un modo e di un mondo nuovo di fare teatro.
I tempi procedono, volano come "jetes" di ballerini che feriscono lo spazio.
Occorre misurarsi con la diversità dei generi per accorgersi che "la danza è una".
 
Torna l′idea dell′inizio, della scoperta incantata di se stesso e come un piccolo Pan, l′indimenticabile folletto scopre la propria natura, scuote un cumulo di detriti, di terra, di zolle, "musica di foglie morte" e vede sopra di sé il cielo.
È così certamente vivo, nasce al movimento, alla vita, si confronta con se stesso, si identifica con tutto ciò che lo attornia, si misura e si convince di essere fatto di quella materia danzante, alla fine esulta e scioglie il suo inno di gioia e di ringraziamento alla Natura.
 
Il ragazzo, giunto alla pienezza dei suoi mezzi, (plenitude) è ancora una volta portato per mano dalla madre sullo sfondo della scena turbinante di coppie che danzano il valzer del film, "Il Gattopardo", emblematico di un lungo viaggio e di un grande lavoro nel quale si ravvisa il divenire di una società. Infatti proprio duecento anni fa (nel 1815) il Congresso di Vienna, ricordato in euforico abbandono di quei ¾, dopo riunioni e discussioni, tentò di riunire i vari stati d′Europa unita e si disse che il Congresso, nella distinzione e anche nel divertimento (il Congresso danza) avrebbe trovato la sua riflessione, la sua pace, la sua danza.
 

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