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Teatro Caio Melisso - Spazio Carla Fendi
venerdì 24 giugno - 17:00
sabato 25 giugno - 16:00
domenica 26 giugno - 19:00

Biglietti:
platea e palchi di platea €40
palchi I e II ordine €30
loggione €20
Durata Spettacolo 2h30m.
 
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LA MODESTIA

di Rafael Spregelburd
traduzione di Manuela Cherubini
 
regia Luca Ronconi
 
con Francesca Ciocchetti, Maria Paiato, Paolo Pierobon, Fausto Russo Alesi
 
scene Marco Rossi
costumi Gianluca Sbicca
luci A.J. Weissbard
assistente alla regia Giorgio Sangati
direttore di scena Angelo Ferro
produzione a cura di Roberta Carlotto
delegati di produzione Claudia Di Giacomo, Maria Zinno
 
Costumi realizzati dalla Sartoria del Piccolo Teatro di Milano - Teatro d′Europa
Scene realizzate dal Laboratorio di Scenografia "Bruno Colombo e Leonardo Ricchelli" del Piccolo Teatro di Milano - Teatro d′Europa
Effetti audio realizzati dal Reparto Audio/Video del Piccolo Teatro di Milano - Teatro d′Europa
 
attrezzista Mario Gaiaschi
primo macchinista Matteo Benini
macchinista Alessio Rongione
primo elettricista Eugenio Squeri
 
progetto e realizzazione Santacristina Centro Teatrale
una coproduzione Festival dei Due Mondi di Spoleto, MittelFest - Cividale del Friuli
e Piccolo Teatro di Milano
 
Per il terzo anno Luca Ronconi, con il Santacristina Centro Teatrale, è presente al Festival dei Due Mondi di Spoleto: dopo le lezioni-laboratorio su Ibsen del 2008 e lo spettacolo Un altro Gabbiano da Cechov del 2009, metterà in scena  La modestia di Rafael Spregelburd, una delle figure più rilevanti e influenti della scena argentina contemporanea, esponente di spicco della generazione che si è formata dopo la dittatura. A quarant´anni è autore di più di trenta opere teatrali, tradotte e rappresentate in Sud America, Europa, Stati Uniti; è regista, attore, saggista e traduttore. Lo spettacolo segna anche la continuità del lavoro di ricerca che Ronconi svolge con il Centro Teatrale Santacristina, assieme al Festival dei Due Mondi di Spoleto, al MittelFest di Cividale e al Piccolo Teatro di Milano.
 
Il progetto dell′ "Eptalogia di Hieronymus Bosch" nasce nel 1996. Spregelburd prende spunto dalla tavola de I sette peccati capitali di Hieronymus Bosch e si ripropone di scrivere sette opere brevi, che rappresentassero la dissoluzione della morale moderna, così come il quadro di Bosch fotografa la dissoluzione della morale medievale alle soglie di un ancora non definito Umanesimo.
Le sette opere che compongono l′Eptalogia portano titoli che designano sette peccati contemporanei, con una corrispondenza interna, spesso ludica e ghignante, ai peccati tradizionali: L′inappetenza (Lussuria); La stravaganza (Invidia); La modestia (Superbia); La stupidità (Avarizia); Il panico (Accidia); La paranoia (Gola); La cocciutaggine (Ira). Più che di una sostituzione o trasformazione, sembra trattarsi di una sommatoria, nell′ottica della fusione di spazio e tempo contenuta nella lettura dell′universo propria della teoria della complessità, cui Spregelburd fa amplissimo riferimento: ereditiamo i sette del passato e ne generiamo nuovi sette.
 
Luca Ronconi mette in scena La modestia, una delle opere più ambiziose e raffinate dell′Eptalogia, con cui apre la sezione Teatro del Festival. Il cast del La Modestia prevede la partecipazione straordinaria di quattro interpreti di eccezione del teatro italiano: Paolo Pierobon, Maria Paiato, Fausto Russo Alesi e Francesca Ciocchetti, guidati dalla regia di Luca Ronconi attraverso il molteplice cambio di ruolo e personaggio, e nell′alternanza tra le due diverse situazioni sceniche evocate nel testo di Spregelburd. La scena infatti si svolge in un unico luogo, un normale appartamento piccolo borghese dove, in continuità, senza passaggio di tempo tra una scena e l´altra, i 4 attori interpretano 2 ruoli autonomi che corrispondono a due storie che si svolgono in tempi e luoghi diversi: l´Argentina di oggi e un paese dell´Est europeo, uno qualsiasi dell´impero sovietico di ieri. In comune, sulla scena compaiono, secondo il classico meccanismo del giallo, alcuni indizi come una pistola o una misteriosa cassetta che ci accompagnano verso la deflagrazione finale che, per un corto circuito, distrugge l´appartamento. Occasione straordinaria per gli attori  che debbono affrontare personaggi e mondi differenti, non solo interpretandoli, ma vivendo "uno spiazzamento" che li rimette continuamente in discussione, di fatto entrando nel racconto di Spregelburg come ulteriore segno della nostra crisi.
 
"Come in ogni processo creativo, in quest′opera c′è la volontà di tradurre un contenuto in una forma, e tradurre significa sempre traslare qualcosa che si esprime in un linguaggio in un altro differente. La traduzione implica una serie di compromessi tecnici. (...) Ne La modestia vi sono poche certezze. Io e gli attori abbiamo trattato i protagonisti di questa storia con una pietà inconsueta. E, malgrado ciò, nonostante tutti abbraccino il Bene come fine, niente potrebbe andargli peggio. Siamo anche di fronte a una "commedia degli equivoci", nel senso più grossolano del termine e, allo stesso tempo, di fronte a un′opera sulla dialettica, sui confini e l′incertezza del Male. Mi piace anche pensare che parli della sospensione della nostalgia. Della sete di cambiamento, che nasce dalla sospensione della nostalgia. E della modestia, naturalmente. La modestia come peccato. Il piacere superbo e colpevole, che nasce dal gesto disperato di cercare di essere un po′ meno di ciò che si è, con l′obiettivo segreto, a volte, di pagare in comode rate questo dubbio infinito"
Rafael Spregelburd

 
 

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